Alcune testimonianze dei detenuti sul valore del teatro

“Viviamo in un contesto dove usiamo tante maschere, ma questa volta le maschere le usiamo per emozionarci, ma soprattutto emozionare le persone…”
“Non credevo di raggiungere un simile risultato, all’inizio avevo molte difficoltà, poi con tempo ho compreso che la fortuna aveva il volto di persone che nulla avevano a che fare con me…”
“Che cosa fa un bambino per la maggior parte del suo tempo?? Gioca… Il teatro è un gioco di ritmi, di versi, di strofe, ma è anche uno straordinario strumento per comunicare i messaggi più vari come sentimenti d’amore, di dolore, di gioia… il teatro è una finestra di simboli, cioè nulla di quello che appare è da dare per scontato. Col teatro ho imparato emozioni nuove e ora mi sarà difficile farne a meno. Grazie”
“Durante codesto percorso artistico mi sono ben reso conto che esiste una vita fatta di legalità e moralità e di tutto questo ne faccio un vanto personale che mi riempie di orgoglio e, ne voglio fare il mio cavallo di battaglia, pronto, anzi prontissimo a divulgare questa mia acquisizione a destra e a manca.”

“Fino ad oggi, non immaginavo quanta forza, determinazione e risolutezza potesse derivare da un percorso artistico come il teatro.”

“Quando ero piccolo frequentavo una chiesetta dove tra tante attività facevamo teatro, a me piaceva tantissimo, mi ricordo che prima di addormentarmi, mi ripassavo le parti a memoria. Poi col passare del tempo e l’evolversi della vita, questa mia passione si è arenata, completamente sepolta da una vita fatta di guai su guai. Un giorno, mentre sto scontando questa lunga detenzione compaiono nella mia vita delle persone molto speciali, professionisti di teatro che entrano qui da noi reclusi e ci insegnano a fare teatro. Questa cosa mi ha portato a ritroso con il pensiero, a quei momenti felici che vivevo a casa di mia nonna e quindi frequentando quella piccola compagnia teatrale. Ero già predisposto a dare una svolta alla mia vita, questa attività e queste persone mi hanno convinto definitivamente. Si può vivere anche con poco, l’importante è non fare del male a se stessi e agli altri. Se fossi ricco, sosterrei economicamente questa compagnia… tanto da tenere in piedi questa notevole iniziativa, perché se per me è stata una chiave di svolta, chissà a quanti potrebbe fare lo stesso effetto…”

“Inabissato nella mia solitudine e usurato da una lenta agonia, parlavo solo e pensavo, per quanti giorni ancora mi toccherà viaggiare, sono stanco, la inutilità di questa presenza-assenza vanifica il senso di vivere, i tuoi affetti sono un ricordo, la comunità civile ti è indifferente sei ormai un fuori vista… come puoi pensare di essere attenzionato da qualcuno, anche se hai, con un’analisi critica, condannato il tuo trascorso… Eppure quando pensavo di scendere dal treno e porre fine al mio viaggio, il Buon Dio ha voluto che io incontrassi delle persone speciali, che mi sono apparse come una luce mistica… Grazie alla loro conoscenza e alla partecipazione all’attività teatrale la mia vita a un senso. E cioè, quello di trasmettere agli altri quei valori a me insegnatimi, quali solidarietà, partecipazione e tanta umanità, PER imparare a perdonare.”

“La compagnia mi ha dato modo di conoscere una realtà a me sconosciuta. Mi dà la possibilità di essere una persona diversa. Realizzi quanto sia gratificante, quando sali su un palco e noti sul volto del pubblico emozioni, sorriso, emotività, felicità, lì capisci che sei diverso, che sei riuscito a far felice migliaia di persone e non a far male a una persona. Per questo ti gratifica personalmente. Mi auguro che la compagnia riuscirà ad andare avanti nonostante tutte le difficoltà.”